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Ayutthaya, attrazione numero uno per gli amanti di storia ed archeologia, è il capoluogo dell’omonima provincia thailandese, situata su un’isola che sorge alla confluenza dei fiumi Pasak, Chao Phraya e Lopburi, 70 km a nord da Bangkok e a circa un’ora di viaggio in treno, ben collegata dalla rete stradale e ferroviaria. C’è chi visita la città storica solo per qualche ora, mentre moltissimi turisti decidono di trascorrere qui uno o più giorni, sfruttando tutto il tempo necessario per ammirare ciò che rimane del cuore dell’antico regno – una sorta di Pompei della Thailandia.
Ayutthaya è l’antica capitale del Siam, il cui nome deriva da una città indiana luogo di nascita del re Rama secondo il Ramayana (letteralmente Il Cammino di Rama, uno dei poemi epici dell’induismo nonché libro sacro). Il sito vide il suo primo insediamento con lo stanziamento della stirpe Khmer; fu poi il principe Ramathibodi I ad ampliare la città fino a proclamarla, nel 1351, capitale del regno.
All’epoca era un importante centro di scambi commerciali, gli abitanti erano quasi un milione, i templi quasi 400 (molti ancora da scoprire, altri perduti per sempre), ed era da tutti considerata una perla dell’intero Siam, uno splendore per gli occhi di chi la visitava. Nel XV secolo Ayutthaya era quindi una potente e ben fortificata città, e nei secoli a seguire la sua espansione continuò sotto il regno dei 35 diversi sovrani.
Le influenze culturali di questa zona sono molteplici: grazie alla sua centralità e importanza Ayutthaya ospitava numerosissimi insediamenti stranieri (francesi, portoghesi, britannici, olandesi, giapponesi), che mantenevano le proprie tradizioni culturali e anche religiose, facendo dell’allora capitale del Siam un centro multietnico e di grande libertà religiosa. Grazie ai primi contatti con i commercianti europei – avvenuti nel 1500 – e alle continue immigrazioni dalla Cina e dalla Cambogia, diversi aspetti della cultura, dell’architettura, dell’arte e della lingua della regione hanno subito varie influenze che ne hanno incrementato la ricchezza; perfino la famosa cucina thailandese come noi oggi la conosciamo non è altro che la fusione di tutte queste contaminazioni nella sua sintesi più originale.