Ko Samui. Foto di Manfred Werner
Ko Samui. Foto di Manfred Werner

Molte volte si pensa a quanto siano cambiati i quartieri, e in generale le città, dei nostri paesi europei negli ultimi decenni. “Qui una volta era tutta campagna”, affermiamo a volte riferendoci ai nostri bei quartieri residenziali poco distanti dal centro città. Esempio perfetto di ciò, è proprio l’isola di Ko Samui, che fa parte della provincia di Surat Thani nella Thailandia del Sud. L’intera zona era poco più che rurale fino a quattro decadi fa, con intere porzioni di giungla incontaminata: i radar dei turisti la stavano intercettando per le prime volte, e sull’isola acqua corrente ed elettricità erano le lussuose perle sul collo dei pochissimi e ancora rustici resort. In soli quarant’anni, infatti, tutto è cambiato.

Oggi Ko Samui è tra le mete più lussuose dell’intera Thailandia, grazie alla presenza di tutti i comfort dagli standard più alti che il turista più esigente possa desiderare. A conferma del fatto, un censimento recente delle attività alberghiere sull’isola rivela che le stesse ammontano a poco più di un migliaio. A Ko Samui sono inoltre presenti un aeroporto internazionale e moltissimi porticcioli. Tutto questo è la perfetta riproposizione reale dello sforzo che il governo Thailandese sta facendo per attrarre milioni di turisti in determinate zone. Di pari passo a questo, viaggia lo sforzo di mantenere almeno un minimo di sostenibilità e integrità ambientale o paesaggistica. Lo sforzo è ammirevole ed ha ottenuto buoni risultati (molto particolare, ad esempio, la legge che afferma che ogni costruzione non possa essere più alta della palma da cocco più vicina); tuttavia, se cercate un angolo di mondo risparmiato dallo sviluppo turistico, Ko Samui non farà di certo al caso vostro.

Abitata presumibilmente già a partire dal VI secolo, il suo nome potrebbe significare “isola dei Mui”, un albero che cresce sull’isola molto comune da rintracciare. Secondo un’altra teoria, invece, il nome deriverebbe dalla parola malese “Saboey”, che significa “porto sicuro” – nome che sarebbe stato dato all’isola dai pescatori che facevano porto nelle zone limitrofe. Proprio i pescatori, con la loro attività ittica, sono stati la principale forza lavoro e fonte di guadagno e benessere per l’isola fino ad anni recenti. Tuttavia negli ultimi anni quest’attività è stata superata in importanza e peso specifico da quella della coltivazione della gomma, di frutti tropicali (durian) e soprattutto di cocco, principalmente da esportazione. Dal 2006, infatti, l’isola ha cominciato ad esportare verso la terra ferma thailandese circa 2 milioni di noci di cocco pronte per essere lavorate. Ovviamente, la coltivazione di palma da cocco è stata relegata nella parte centrale dell’isola, dal momento che sulle coste ci sono terreni più fertili – le spiagge – per attività più redditizie: il turismo.

Ko Samui. Foto di FullofTravel
Ko Samui. Foto di FullofTravel

Questo enorme incremento dell’attività turistica negli ultimi anni, oltre a portare grande ricchezza sull’isola, ha inevitabilmente portato ad un massiccio sviluppo dell’attività edilizia, anche in maniera aggressiva: alcune costruzioni, specie nella zona settentrionale dell’isola, superano ad oggi l’altezza massima definita dalla legge. Inoltre va segnalata un’ancora carente rete di infrastrutture locali, in particolare strade e drenaggio contro le alluvioni, inadeguate ad accogliere un numero di turisti così elevato come quello che si registra a Ko Samui negli ultimi tempi: circa un milione di persone l’anno.

Ko Samui è la meta perfetta per chi è alla ricerca di acque limpide e sole battente tutto il giorno sulla bianca arena della spiaggia, ed è anche ottima come base per visitare le vicinissime isole e il parco marino protetto di Ang Thong. Le spiagge più belle dell’isola sono quelle di Chaweng, Lamai, Mae Nam, Choeng Mon e Bophut, tutte egualmente mozzafiato, pur se affollate: uno dei più facili e gravi errori da commettere quando ci si trova a Ko Samui è passare l’intero soggiorno su un unico lembo di sabbia. La spiaggia più famosa resta comunque quella di Chaweng, sulla costa orientale, mentre se siete amanti delle tradizioni e del buon cibo, vi consigliamo di dirigervi a sud verso Hua Thanon, un piccolo villaggio di pescatori musulmani che è senza alcun dubbio uno dei luoghi migliori in cui acquistare o mangiare pesce fresco sull’isola. Un’ottima idea è anche quella di visitare i numerosi isolotti dell’arcipelago partecipando ad uno dei tanti tour giornalieri in partenza da Ko Samui.

Ad oggi, Ko Samui risulta essere una delle isole più occidentalizzate della Thailandia, questo è certo. Ma le critiche che le vengono mosse di non rappresentare la vera Thailandia sono ingiuste e infondate. Stiamo parlando infatti di un paese che cambia in continuazione e si è plasmato nei secoli sotto la spinta di influssi provenienti dalle più disparate genti e culture. È successo moltissimo tempo fa con le influenze della cultura cinese, e ancor prima con la cultura dei cosiddetti zingari del mare, ed è quello che avviene oggi con la cultura occidentale. Nonostante questa mescolanza di suggestioni culturali, a Ko Samui le tradizioni restano vivissime, tanto che in alcune zone lo stile di vita tipico del luogo è immoto nei secoli. Non meravigliatevi pertanto se vi capiterà di assistere a un combattimento di Muai Thai, o a una gara di canto fra uccellini, per poi concedervi un pasto presso una delle tante catene di ristoranti tipicamente occidentali.

Ko Samui. Foto di Dirk Enthoven
Ko Samui. Foto di Dirk Enthoven

Sull’isola non mancano neanche grandi supermercati di stampo occidentale, e sono inoltre presenti una pista da bowling e un cinema. Il cuore di Ko Samui, tuttavia, non è stato intaccato dal cemento e dal progresso, rimanendo ancora natura vergine e selvaggia: la fitta vegetazione della giungla copre la montagna di Khao Pom con i suoi 635 metri di altezza.

Qui la stagione delle piogge va da metà settembre a metà dicembre, ma a parte il mese di novembre – che è quello più sferzato dai monsoni –, queste risultano essere talvolta addirittura piacevoli, regalando sollievo dalla calura delle giornate più afose e passando rapidamente dopo un altrettanto improvviso arrivo. Se preferite restare all’asciutto, vi suggeriamo di recarvi a Ko Samui in giugno, quando le piogge sono rare e il calore più che sopportabile, e la folla di turisti non ha ancora invaso le sue spiagge come nei mesi di piena alta stagione. A luglio e agosto è molto difficile trovare posto su un volo per l’isola o presso una qualsiasi delle strutture ricettive di Ko Samui, a meno che non prenotiate con largo anticipo.

I mesi più caldi sono quelli che vanno da marzo a maggio, tanto da essere insopportabili persino per i locali a volte. Tuttavia, scegliere questo periodo per visitare l’isola può rivelarsi una piacevole idea intorno al 13 aprile, nel periodo del capodanno Thai e del Songkran.

Trasformerete così mesi roventi in una bellissima festa da godervi e passare in acqua a rinfrescarvi. Se invece preferite un clima più mite, sappiate che dicembre e gennaio – specie tra Natale e Capodanno – sono affollatissimi, mentre a febbraio il clima ottimale e la diminuzione della folla che ritorna a lavorare dopo le festività rendono Ko Samui un vero paradiso. Tenete comunque a mente che febbraio fa parte del periodo di alta stagione, con tutti i pro e contro che ne conseguono, soprattutto in termini economici.

Ko Samui. Foto di GeoTravellers
Ko Samui. Foto di GeoTravellers

Come orientarsi a Ko Samui

Raggiungere Ko Samui è davvero molto facile, in particolare in aereo grazie alla compagnia di bandiera del paese, la Bangkok Airways, che ha il monopolio sul traffico dell’intera isola. Un altro mezzo di trasporto particolarmente diffuso è la linea di traghetti che da Surat Thani giunge al porto di Nathon, nella zona sud-occidentale dell’isola. A Nathon si trova anche un ospedale pubblico e la sede dell’amministrazione locale; da qui parte la via principale dell’isola, la strada costiera costruita negli anni settanta che giunge fino alle spiagge del nord-est dopo 51 km attorno alla montagna. Proprio la costruzione di tale collegamento, facendo saltare parte della montagna che ostruiva il passaggio, e l’introduzione della linea di traghetti dalla terraferma, hanno dato avvio alla crescita turistica sull’isola.

A Ko Samui molti dei locali parlano fluentemente l’inglese, e la sicurezza è garantita dalla presenza di stazioni di polizia e da 5 ospedali, nonché una serie di cliniche. La sanità, pubblica e privata, è di alto livello.

Ko Samui.
Ko Samui.

Ko Samui offre sistemazioni davvero per tutte le tasche, ma se il budget a vostra disposizione è consistente potrete trovare soluzioni incredibili in alcuni dei resort più lussuosi dell’intera Thailandia. Le zone più affollate sono Chaweng e Lamai, nella zona orientale dell’isola, mentre le spiagge più tranquille si trovano a sud.

Il modo migliore per spostarsi sull’isola è affittare una moto, ma ricordate che guidare uno scooter in Thalandia senza una patente è un’infrazione punita in maniera particolarmente severa. Oltre a ciò, va detto che il tasso di incidenti stradali, in particolare coinvolgenti motocicli, è molto elevato sull’isola. Raccomandiamo pertanto prudenza alla guida. Per garantirvi la massima sicurezza e godervi il soggiorno a Ko Samui in piena e totale tranquillità, vi suggeriamo inoltre di prestare particolare attenzione anche alle correnti sottomarine, che possono ingannare vista l’apparente calma delle acque blu cristallino, nonchè ai banchi di meduse, presenti in alcune spiagge e durante alcuni periodi dell’anno. Cercate inoltre, per quanto possibile, di evitare le zanzare, dal momento che le febbri che trasmettono sono molto fastidiose.