Wat Tham Heo Sin Chai a Ubon Ratchathani. Foto di Khunkay.
Wat Tham Heo Sin Chai a Ubon Ratchathani. Foto di Khunkay.

Ubon Ratchathani, o più semplicemente Ubon, è una città dell’Isaan (antico nome della macro regione del nord-est della Thailandia) divisa tra l’antico e il moderno, come accade spesso in Thailandia, fondata nel 1700 dalla comunità Lao immigrata nel paese, durante il regno di Taksin il Grande e diventata parte del regno del Siam nel 1882. È la capitale della provincia che porta lo stesso nome, dove si trova il famoso parco nazionale di Pha Taem, vicino al villaggio di Kong Chiam. Qui si trovano due importanti università che attirano giovani da tutta la provincia, quindi non mancano i locali dedicati al divertimento.

In questo territorio il popolo Dvaravati e quello Khmer si sono alternati nel controllo della città sotto il proprio regno, lasciando un’impronta nella cultura, nella spiritualità, nella tradizione e nella struttura urbana dell’intera zona. Rovine appartenenti alla civiltà Khmer sono presenti all’interno della provincia, presso Prasat Ban Ben.

Oggi Ubon sta vivendo un periodo di espansione, commerciale e demografica, con la nascita di nuovi locali, bar, centri commerciali e con la costruzione di nuovi edifici, trainata dalla sempre viva atmosfera giovanile delle numerose scuole professionali e delle due università. Nonostante questo, è molto comune imbattersi in un gruppo di monaci buddisti per le vie del centro, che testimoniano il concreto mix fra tradizione e moderno. Trovandosi al confine con il Laos meridionale, la lingua laotiana è tutt’ora viva nella regione di Ubon così come in molte altre zone all’interno della regione dell’Isaan, mentre una popolazione mista (laotiani, thailandesi, cinesi e vietnamiti) ne fa uno dei centri multiculturali della Thailandia.

Sotto alcuni aspetti Ubon potrebbe apparire come una località priva di importanti attrazioni – decisamente fuori dai consueti circuiti turistici – ma visitandola ci si rende conto di come quest’idea sia tutt’altro che veritiera. Recandosi presso i templi, ad esempio, si entra all’interno di quell’atmosfera spirituale che è tipica della Thailandia e che si concentra in particolar modo proprio in questa città, incontrando e conoscendo da vicino la cultura del paese attraverso la sua religiosità radicata ed onnipresente.

Wat Thung Si Muang a Ubon Ratchathani. Foto di Ddalbiez.
Wat Thung Si Muang a Ubon Ratchathani. Foto di Ddalbiez.

Wat Nong Bua è senza ombra di dubbio il tempio più famoso della città. Situato sulla Dharmawitee Road, a pochi chilometri dal municipio e da una fermata del bus, la struttura – risalente al 1956 – si mostra in tutta la sua grandezza e nel suo aspetto, decisamente moderno rispetto ai Chedi tradizionali.

Venne costruito per celebrare l’anniversario della religione buddista che in quell’anno compiva il suo 2500° anno di nascita, e la sua struttura richiama quella di un altro tempio, il Mahabodhi Bodhgaya, che si trova in India. L’ingresso è aperto gratuitamente al pubblico dalle ore 5:00, per chiudere alle 17:00. Per raggiungere il tempio si possono prendere le linee del songthaews numero 10 e 11, aspettandosi di trovare il Wat Nong Bua poco dopo l’università.

C’è poi un tempio particolare che è quello di Wat Pah Nanachat, immerso in una piccola foresta a 15 chilometri di distanza dal centro città, dove viene parlata ed insegnata la lingua inglese, cosa che ha reso questo monastero aperto anche agli stranieri ed unico nel suo genere. Tutti coloro che decidono di visitare il tempio devono comunicarlo in anticipo attraverso il sito web o scrivendo per posta, mentre chi decide di trascorrere più di qualche giorno all’interno del tempio, dovrà tagliare i propri capelli, radersi, e vestirsi con abbigliamento semplice ed umile, che è possibile prendere in prestito dal tempio. Il Wat Pah Nanachat è raggiungibile attraverso autobus che partono da Ubon durante tutta la giornata.

Se c’è un Wat che il turista non può rifiutarsi di visitare avendone il tempo, questo è sicuramente il Wat Thung Si Muang. L’edificio è un mix di stili ed è stato costruito nel 1800 durante il regno del re Rama III, interamente in legno. Il tempio è tutt’oggi in uso dai monaci buddisti e non è raro incontrarne qualcuno a cui faccia piacere conoscere i visitatori e scambiare quattro chiacchiere con i turisti.

Khong Jiam, Isan. Foto di Roger Price da Hong Kong.
Khong Jiam, Isan. Foto di Roger Price da Hong Kong.

Tra le mete da visitare qui, una risalta sicuramente per la sua accuratezza nella capacità di raccontare la storia del luogo; il museo nazionale di Ubon Ratchathani, costruito nel primo decennio del ‘900 in un edificio di grande bellezza architettonica, che oggi raccoglie testimonianze archeologiche della città, all’interno di un percorso che porta alla scoperta della tradizione locale e della storia delle varie civiltà che hanno governato il territorio nei vari secoli. L’ingresso è inoltre gratuito, mentre il percorso culturale ripercorre l’arco di tempo che va dalla preistoria fino ai tempi moderni, con un occhio di riguardo per la geografia dell’Isaan.

 

Nel fine settimana, alla sera, un grande mercato notturno prende vita sulla riva est del parco pubblico di Thung Si Muang, molto apprezzato e frequentato dai cittadini e dotato di una palestra ad ingresso libero. È l’occasione ideale per prendere parte ad un evento che si ripete da tempo e dove trovare anche il più inutile dei souvenir, che sarà comunque un ricordo perfetto di un luogo tanto semplice quanto incantevole e ricco di storia.

La festa più grande, che comincia tra luglio ed agosto durante i giorni di plenilunio, è conosciuta come la candle festival (in lingua thai Hae Thian). Dura due giorni pieni, durante i quali una parata di carri tipici e finemente decorati dai mastri della città sfila per le vie del centro, e cesti decorati contenenti candele vengono rilasciati sulle rive del fiume. Quindi se ci si trova a visitare la città in questo periodo si avrà senz’altro l’opportunità di assistere ad una delle feste più conosciute al mondo e divertirsi stando a stretto contatto con la popolazione locale e con tutta la loro vivacità.

La vita notturna della città si snoda attraverso una lunga serie di locali che offrono la possibilità di trascorrere ogni serata sempre in modo diverso. Si va dai locali notturni come il country club, dove si suona musica country thailandese (da scoprire) e musica internazionale, sulla Tamavitthi Road. Poi c’è un locale adatto a chi ama ritmi più sostenuti, conosciuto come la vera discoteca della città; si trova all’interno dell’Ubon International Hotel, nel distretto di Muang, sulla Chayangkul Road, a pochi passi dal centro. Qui si trova l’atmosfera giusta per una serata all’insegna della musica disco ed elettronica.

Tuk tuk a Ubon Ratchathani. Foto di Ilya Plekhanov.
Tuk tuk a Ubon Ratchathani. Foto di Ilya Plekhanov.

Ad Ubon i ristoranti non sono particolarmente numerosi, se ne trovano tanti quanti ce ne sono in una normale città thailandese. A parte l’onnipresente ristorante italiano, in alcuni locali di Ubon è possibile gustare i piatti tipici della cucina dell’Isaan, uno dei punti forti della regione, dove i piatti speziati e piccanti la fanno da padrone ed offrono al turista un viaggio culinario attraverso sapori di una terra lontana e ricca di tradizione.

Gli hotel sono sparsi per le vie della città e – come è facile immaginare – nonostante il turismo non sia la prima fonte di ricchezza della città, ogni turista ha la possibilità di scegliere il tipo di alloggio più adatto alle sue esigenze con prezzi diversi. La zona in cui si concentra la maggior parte dei visitatori si trova lungo la Ratchabut Road.

Treni diretti a Ubon Ratchathani partono da Bangkok ogni giorno. Per chi preferisce gli autobus, ogni giorno dalla fermata a nord di Bangkok, la Mo Chit 2, partono diversi mezzi diretti ad Ubon Ratchathani.

Spostarsi in città è molto semplice, dato che i tuk tuk si trovano ad ogni angolo, sia durante il giorno sia a tarda sera, ma in alternativa è possibile prendere i bus, che seguono una tratta con diverse fermate e sono in funzione fino alle 18:00. C’è anche la possibilità di noleggiare delle bici o un mezzo privato presso uno degli uffici del centro. L’aeroporto è vicinissimo al centro città e gestisce principalmente voli da e verso Bangkok, offerti dalle maggiori compagnie aeree del paese. Per raggiungerlo è consigliato avvalersi del servizio taxi, disponibile sia in città che presso l’aeroporto ad un costo estremamente basso, 100 baht, e che è in grado di trasportare in qualsiasi punto della città.

Le ferrovie sono l’alternativa alle opzioni esposte poco sopra, e nel complesso rimangono un ottimo mezzo di trasporto in tutta la Thailandia. La stazione si trova a sud del centro e collega quotidianamente Ubon a Bangkok, anche con treni notturni. Per raggiungerla partendo dal centro città si possono usare gli autobus della linea 2 e 6.

Monumento di Phra Pathum Worartchasuriyawong, Ubon Ratchathani. Foto di Xiengyod.
Monumento di Phra Pathum Worartchasuriyawong, Ubon Ratchathani. Foto di Xiengyod.

Da maggio a settembre si concentra il pieno della stagione delle piogge, con temperature fino a 35° C. Il periodo ideale per visitare la zona è dunque quello primaverile, ma i turisti si riversano qui in ogni mese dell’anno in gran numero.

Gli uffici dell’autorità turistica thailandese sono aperti tutti i giorni fino al primo pomeriggio ed offrono informazioni in lingua inglese oltre che mappe ed indicazioni utili per esplorare la città.

Nel caso in cui dovesse rendersi necessario l’intervento della polizia o in qualsiasi altro caso di emergenza, ad Ubon si trova anche una stazione di polizia dedicata ai turisti, sulla Suriyat Road, mentre l’ospedale privato più efficiente e dove si parla un po’ di inglese si trova sulla Chayangkun Road al numero 999.